10 Febbraio 2018 21:00 - 22:30
Fra la fine di febbraio e l’inizio del marzo 1916 Pirandello lavora alla riduzione teatrale di una novella del 1910,” Pensaci, Giacomino!”. Protagonista il professore Toti, un vecchio di 70 anni, un anarchico in rivolta contro la società, che non ha mai potuto sposarsi a causa della miseria del proprio stipendio. Ritroviamo qui, in sintesi, uno dei protagonisti di tanta narrativa pirandelliana, l’esponente di una piccola borghesia italica, fra fine Ottocento e primo Novecento, avvilita e ferita dal modesto livello di sviluppo capitalistico che impedisce allo stato italiano di assicurare alle classi sociali intermedie una condizione minimamente decente. Il professor Toti è il vendicatore della massa anonima di infelici. Ha già qualche idea sulla moglie che deve prendersi (per finta ovviamente, per farle da padre ed essere assistito negli ultimi anni di vita), la figlia del bidello della scuola. Ma la ragazza è già incinta, sebbene questo non impedisca affatto al professore di sposarla. Lillina (la ragazza) ha da tempo una relazione con Giacomino, prima ancora che il professore Toti compaia in scena a teorizzare la sua buffa vendetta contro il Governo. Lillina ha cioè una sua innocenza sostanziale: sposa Toti perché non può sposare Giacomino perché i suoi genitori la respingono. Sappiamo che Giacomino è un antico alunno, uno scolaro prediletto del professore. Il professore Toti è tutt’altro che un candido vecchietto inoffensivo. Ha un piglio segretamente duro, autoritario, dispotico, dirigistico. Vuole fare del bene agli altri, ma alla sua maniera, fissando lui tempi e modi, imponendosi nella vita degli altri. Lillina è la povera figlia di un bidello; Giacomino è un timido, un buono, ma anche un inetto, un incapace; Toti è paternalistico. Ci sono anche degli interventi per esaltare la dimensione comica del genere: il direttore del Ginnasio ha modi autoritari del funzionario continentale, di contro ai ridicoli bidelli, madre e padre, genitori di Lillina; Padre Landolina, padre spirituale della sorella di Giacomino, sempre con lo scopo di introdurre note marcatamente ipocrito – tartufesche. La capacità del Professor Toti di riflettere su ciò che succede intorno a lui si spinge più in là di un generico buon senso, si fa interpretazione filosofica. Spiega infatti al preside, esterrefatto per il suo atteggiamento placido e addirittura divertito di fronte alla vivacità degli studenti, che bisogna saper distinguere tra l’uomo e la professione. Secondo una logica inflessibile, Toti applica questa distinzione tra la condizione intima dell’individuo, la sua autentica essenza e la sua condizione sociale, il ruolo che assume in mezzo a tutti gli altri uomini, a tutta la realtà che vive. In tale volontà di distinguere nettamente forma e sostanza, cioè, come dice Toti, uomo e professione, possibile leggere il primo barlume di quel tragico contrasto che riaffiorerà in molti raisonneurs  della successiva produzione pirandelliana, quella frattura che sarà condotta a estreme conseguenze da Leone Gala nel Giuoco delle Parti. Toti si limita a esporre il nucleo ancora grezzo della riflessione, ma si tratta della stessa intuizione, che lo identifica come un antesignano dei raisonneurs. A scuola egli sostiene la parte dell’insegnante e anche i ragazzi sostengono la loro di studenti e come tali sono indisciplinati e poco rispettosi dell’autorità. Dopo le sottigliezze del primo atto, l’ironia sottile pervade anche il secondo atto soprattutto nell’incontro con i genitori di Lillina e in maniera magistrale nel colloquio con il viscido e untuoso Padre Landolina, portavoce di tutti i benpensanti del paese. La commedia ci presenta nel professor Toti uno dei straordinari personaggi creati da Pirandello in cui l’ironia si sposa con il candore, mentre la remissività e la tendenza alla malinconia convivono con le pungenti frecciate contro l’ipocrisia dei falsi moralisti. Egli ha degli atteggiamenti di scherno nei confronti dell’opinione pubblica, ancorata a pregiudizi sciocchi e a comportamenti ipocriti, ma possiede anche una generosa umanità carica di sentimenti vibranti e passionali che lo rende estremamente amato dal pubblico e anche dai grandi attori che lo interpretarono con successo, da Sergio Tofano a Turi Ferro.

PENSACI, GIACOMINO!

10 FEBBRAIO 2018
ore 21:00

Biglietti non
in vendita
PENSACI GIACOMINO - TEATRO COMUNALE DI PONTEVICO